Estasi
Cuce, in silenzio, sotto la lampada,
una cuffietta rosa.
Mai non si vide più leggiadra cosa.
Trasale, a un tratto, ne l’ampia tunica,
con un sorriso strano.
La cuffietta le scivola di mano.
Così, velato lo sguardo, pallida
come una morta, ascolta.
A qual raggio l’intenta anima è volta?...
Mai questo acuto spasimo d’estasi
le scolorò la faccia
quando la cinser l’adorate braccia;
mai fu sì bella, fra riso e lacrime,
quando, folle d’amore,
il suo prescelto le posò sul core.
Così la bruna figlia di Nazareth
udì la sacra voce,
congiungendo le mani umili in croce:
piccola voce nova e terribile
che dice a l’infinita
tenerezza materna: «Eccomi, o vita!...»
Tratta dalla raccolta:
Maternità
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3