Le dolorose

Ed a me giunse un ulular di pianti
    come suono di molte acque scroscianti.

    E mi parea venisse di lontano,
    col bianco spumeggiar de l’Oceàno:

    e mi parea sorgesse di sotterra,
    dal cuore immenso de la Madre Terra:

    e mi pareva empisse il mondo e l’aria
    in torno a la mia stanza solitaria:

    entrò con la fremente ombra e col vento,
    mi travolse fra il buio e lo sgomento:

    e la voce che udìi fra la tempesta
    qui, eterna, ne la scossa anima resta.

    «Noi concepimmo senza gioia il figlio
    che splende ai sogni come splende un giglio.

    Noi portammo nel sen la creatura
    con fatica, con fame e con paura.

    Ne le soffitte dove manca l’aria,
    ne le risaie infette di malaria,

    ne’ campi dove passa, orrida Iddia,
    la pellagra con occhi di pazzia,

    ne’ luoghi di miseria e di servaggio,
    chiedemmo a Dio Signor forza e coraggio;

    pregando, allor che la virtù svaniva:
    —Prenditi il figlio, o Dio, prima ch’ei viva—

Tratta dalla raccolta: 
Maternità
Numero d'ordine: 
4