Il giardino dell’adolescente I. Gli occhi

La fanciulla ch’io sveglio in questi vani
versi, altra grazia non avea nel viso
che lo splendor degli occhi sovrumani.

Nessuno sguardo sostener potea
lo sguardo di quegli occhi, ove una fiamma
più intensa della vita era: l’Idea.

Lucean per rogo interno fra l’oscura
massa dei ricci, ammorbidendo il grave
profilo e il taglio della bocca pura.

Ogni raggio ogni fiore ogni diversa
beltà di cieli e di terrene forme
vi si specchiava come in acqua tersa,

e velavan le ciglia un sogno enorme.

Tratta dalla raccolta: 
Dal profondo
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12