La luna scende in giardino

La luna scende in giardino per le scale della pallida sera:
è tutta bella, le nubi la velano, la brezza la scopre.
S'attarda dietro il cipresso, s'aggrappa all'àgavi e ai fichi d'India,
stende trine leggere sui viali, lega le fronde con fili d'argento,
nell'ombra screziata di raggi crea e dissolve danze di gnomi,
con le perle della rugiada sfila e infila collane di sogni.

So che sul mare è nata una strada, una bianca strada,
per chi vuole arrivare la notte alle reggie di Dio.
Vada chi vuole sulla bianca strada, vada chi vuole con barca e con vela:
a me piace restare in giardino a giocar con i raggi e con l'ombre.
Due stelle - sole - accanto alla luna: due larghe pupille serene.
Dove sei tu, che mi amavi, e mi dicevi: «Dinin, mio bene»